
Spotify ora proibisce esplicitamente l’uso di ad blocker e, più in generale, ogni software che impedisca la visualizzazione di annunci sulla sua piattaforma (incluse anche le versioni modificate/hackerate dell’app): l’azienda ha aggiornato la documentazione su termini e condizioni negli Stati Uniti poche ore fa (al momento della stesura dell’articolo, il documento italiano analogo non è ancora stato modificato; non sappiamo se e quando ciò avverrà).
Per Spotify quello dei software che bloccano gli annunci pubblicitari è un problema molto importante in relazione agli account gratuiti, in cui ogni tanto la riproduzione è interrotta da spot audio un po’ come in radio. Gli spot sono la principale fonte di sostentamento degli account gratis, ma sono inevitabilmente una seccatura per gli utenti; molti di questi (più di 2 milioni, secondo la documentazione dell’IPO) usano sistemi per evitarli, come ad blocker e app modificate appositamente.
Le nuove clausole saranno in vigore dall’1 marzo, secondo la documentazione ufficiale. Chi sarà colto a violarle rischia la sospensione dell’account e, in caso di recidiva o altre situazioni particolarmente gravi, la chiusura permanente.
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